Le degenerate

Le degenerate

J. Albert Mann, Uovonero

Traduzione di Giuseppe Iacobaci

Le degenerate è un romanzo in cui si entra sin dalla prima pagina e lo si fa allo stesso modo e con lo stesso senso di smarrimento che, immaginiamo, abbiano avuto alcune delle ragazze nel momento in cui varcavano stordite e confuse la soglia di un luogo che non si riesce a inquadrare come realmente possibile. Si tratta di un rifugio ma ha le caratteristiche di un carcere; si tratta di una sorta di convitto ma ha la realtà costrittiva dei manicomi. Ci si trova ad essere un lettore smarrito incredulo dinanzi a una crudeltà così strutturata da avere la parvenza di una mite benevolenza. E ci si trova a fare i conti con una scrittura, grazie anche all’ottima traduzione di Giuseppe Iacobaci, che, crudelmente, invece, non lascia spazi ai fraintendimenti. Che rende anche la scena più semplice drammatica e incisiva. London è una giovane immigrata italiana, orfana, messa incinta e sola. Questo, nell’America del 1928, è sufficiente per la polizia a consegnarla alle cure della Scuola del Massachusetts per deboli di mente. Da questa scuola una volta entrati non si esce, non c’è alcuna speranza di farlo.

In questa scuola, però, London riconosce subito persone capaci di rivalsa e di pensiero divergente. Sono, del resto, delle semplici ragazze la cui vita ha avuto un qualche incidente non consono al perbenismo del tempo, oppure sfortunate, nate con una piccola malformazione, o, anche, ragazze dai sentimenti profondi, incapaci di ipocrisia. Tra tutte Alice, Rose e Maxine. Con esse, London stringerà un rapporto di profondissima amicizia, che rafforzerà in lei lo spirito di ribellione e libertà che continuamente all’interno dell’Istituto tentano di sopire. London rinfocola quotidianamente questo suo proposito, di portare cioè fuori da quelle mura se stessa e tutte le sue amiche, con la lettura e rilettura, fino a consumarne le pagine, de Il Conte di Montecristo. Novella Edmond Dantes, elabora piani di fuga che porteranno, infine, a una libertà. Quale essa sia, lo lascio raccontare a questo splendido romanzo capace di empatia e amore.

Barbara Ferraro – libreria Il Giardino Incartato, Roma