Pillole di Magazine – 9

Le librerie indipendenti: quale futuro?

Un progetto dell’Università di Firenze per la valorizzazione delle librerie indipendenti come presidio culturale

 

di Gloria Refini – Libreria LibLab, Sesto Fiorentino

 

Da tempo ormai si discute sul futuro delle librerie, in particolare di quelle indipendenti sempre più in difficoltà; ci siamo chiesti spesso quale possa

essere la loro funzione, il loro ruolo in un’epoca in cui i libri devono confrontarsi con nuovi strumenti di comunicazio- ne e gli acquisti molte volte passano da altri canali, come librerie di catena o piattaforme on-line.

All’interno di Alir siamo fortemente convinti del ruolo di presidio culturale che le librerie rivestono, quali salva- guardia della bibliodiversità, di luoghi di confronto, di mo- tore di crescita culturale, ma ci siamo anche chiesti se que- sto ruolo sia riconosciuto e percepito anche all’esterno e da un pubblico più ampio, e come sia possibile comunicarlo.

In un mondo in continua evoluzione, ci è sembrato par- ticolarmente interessante coinvolgere dei giovani per pro- vare a immaginare scenari nuovi con occhi liberi e freschi, immersi nell’attualità, nella convinzione che uno sguardo esterno possa fornirci nuovi e utili spunti di riflessione.

A partire da queste considerazioni abbiamo attivato una collaborazione con il Corso di Laurea in Product, Inte- rior, Communication and Eco-social Design dell’Universi- tà di Firenze per la realizzazione di un workshop dal titolo Strategie design driven per la valorizzazione delle librerie indipendenti come presidio culturale, che ha coinvolto oltre venti studenti guidati dai docenti Giuseppe Lotti, Irene Fiesoli e Ami Licaj con Elisa Matteucci e Bianca Chiti.

È stata una settimana di lavoro e riflessioni di ventenni spesso lontani dal mondo dei libri, soprattutto da quello dei libri per ragazzi, iniziata con una visita in libreria e un questionario somministrato a oltre 200 persone; seguito da un’attenta analisi e ricerca di esempi a livello nazionale e internazionale, fino a formulare ipotesi di scenari possi- bili e di progetti che coprono ambiti tra loro diversi, dalla comunicazione al servizio, dai giochi agli eventi, ma anche merchandising e proposte legate ai social e alla digitaliz- zazione.

Osservando le considerazioni e le proposte degli studenti, quello che colpisce è l’accento posto da molti dei progetti sulla capacità delle librerie di creare comunità e connes- sioni e la necessità di rafforzare questi elementi. Ma anche il vedere le librerie come luoghi troppo analogici e l’insi- stenza dei giovani progettisti nell’individuare soluzioni digitali.

A questo proposito significativo il progetto Librarsi di Tarquini e Ballerini, che propone la realizzazione di un’App integrata con la libreria fisica per creare una comunità di lettori che si espanda dallo spazio virtuale a quello reale. O l’idea di Venturi che propone la creazione di un podcast la cui parte finale può essere ascoltata solo in libreria.

Un altro aspetto che emerge con prepotenza è la forte connessione con il territorio e la necessità di valorizzarla, sia con la progettazione di giochi ed eventi che permettano di esplorare l’ambiente intorno alla libreria, sia con la rea-lizzazione di gadget collezionabili che invitino gli utenti a visitare più librerie Alir, oppure con il collegamento con siti di prenotazione, come nel caso del progetto Alir+BNB di Quinodon, che immagina la visita alle librerie come par- te integrante dell’offerta turistica. Non mancano proposte di campagne di sensibilizzazione, come nell’articolato pro- getto di Borghi e Rambaldi Anche se sei così adulto e saggio, che prevede interventi in libreria, sul territorio e sui social. È stata un’esperienza che ha prodotto una mole impor- tante di informazioni, progetti, scenari e stimoli di cui è impossibile qui rendere conto in maniera completa, ma che lasciano adesso a noi il compito di raccoglierne gli input e provare a trasformarli in soluzioni costruttive, capaci di rafforzare le nostre specificità e di fare la differenza.