Un ragazzo è quasi niente

Un ragazzo è quasi niente

Lisa Balavoine, Terre di Mezzo
traduzione di Eleonora Armaroli

“Sono un ragazzo sensibile
mia madre direbbe smidollato
mio padre fragile”

Romeo, sedici anni, ha il nome di un eroe shakespeariano, una passione per il rock di una volta, una
gentilezza che non riconosce nella sua generazione e la vita di un sedicenne che non ha ancora trovato il
proprio posto. Si sente un intralcio e quindi resta ai margini, a osservare due genitori che a malapena lo
notano, a guardare i compagni impegnati a parlare di argomenti che per lui non hanno alcuna importanza.
Cerca stimoli che non trova perché chiunque intorno a lui sembra seguire un altro passo, altre regole che
non conosce e non capisce.
“Mi interessa l’intelligenza”, dice. E allora aspetta di trovarla, di incontrare qualcuno che vada al suo
stesso passo, che noti la musica e la bellezza.
Lisa Balavoine lascia il racconto completamente nelle mani di Romeo, il quale ci fa spazio tra sue
riflessioni, che prendono la forma della poesia e del flusso di coscienza. Insieme a lui conosciamo Justine,
un’affinità elettiva come pensava non ne potessero esistere. E da lì il desiderio finalmente di una scossa, di
un cambiamento, di prendere in mano quella vita che finora aveva solo guardato da fuori.
Balavoine ha saputo cogliere una sfumatura dell’adolescenza delicata e poco raccontata, e ha trovato un
modo meraviglioso di trasporla su carta, con una prosa ritmata e essenziale, poetica e quasi cantata.
Arriveremo, insieme a Romeo, ad un punto di rottura, dove chi finora si era nascosto dietro a pesanti
sovrastrutture – come sua madre – torna a prendere connessione con se stessa, dove chi è stata vittima di
un gesto orribile – come Justine – sceglie di autodeterminarsi con coraggio, e dove lo stesso protagonista
ha smesso di avere paura, ha capito di essere amato e di meritare amore. Allora, come dice Romeo stesso,
“forse non è troppo tardi per riscrivere questa storia”.

Anna Casadei – Timpetill