18 Mar Ottobre, Ottobre
Ottobre, Ottobre
Katya Balen, Einaudi ragazzi
illustrazioni di Angela Harding
traduzione di Lucia Feoli
Ottobre non ha scelto di essere selvaggia, eppure selvaggia è la sua vita e la sua quotidianità, e lei non potrebbe esserne più felice. Le giornate nei boschi, le abitudini semplici, che chiunque in città definirebbe scomode, sono l’unica realtà che ha conosciuto, e la ama profondamente.
Suo padre, invece, ha scelto di essere selvaggio; l’aveva scelto anche sua madre, per poi ricredersi e andarsene, senza tornare mai più.
Poi accade un incidente, e la natura, gli alberi, la casetta di legno lasciano spazio a paesaggi londinesi che Ottobre non riconosce e che odia: odia il grigio, gli elettrodomestici, la scuola, e soprattutto quella donna che dice essere sua madre e di cui lei non ha alcun ricordo. Non sa come muoversi in quel mondo, che è a poche ore dal suo bosco ma sembra così distante, ma dovrà imparare perché non ha scelta: troverà il modo di sentirsi a casa?
Due sono le guide per il lettore tra queste pagine: le parole di Ottobre, attraverso le quali ci addentriamo nella storia, facendo nostre le sue sensazioni, le sue paure e le sue speranze, e le ali di Stig, il gufo fedele compagno di Ottobre, che prende vita dalla matita di Angela Harding e che di tanto in tanto incontriamo tra i paragrafi.
Katya Balen ha vinto la Yoto Carnegie Medal con una storia sul valore della libertà, che per ognuno significa qualcosa di diverso e che ognuno ha il diritto di perseguire.
Ottobre ha vissuto l’abbandono da parte di una madre che dalla natura si sentiva soffocata, mentre per la ragazzina nulla è meglio dei suoi alberi per sentirsi davvero se stessa. Lei, suo padre, e i boschi: non le serve altro: “due persone in una tasca di mondo piccola come una biglia. Siamo minuscoli e siamo tutto e siamo selvaggi.”
Scopriremo, insieme a Ottobre, che libertà diverse possono imparare a convivere, e che quando ci si riesce non può esserci nulla di più bello.
Anna Casadei – Timpetill