L’altalena

Britta Teckentrup, L’altalena, Uovonero

Traduzione di Sante Bandirali

 

Britta Teckentrup con L’altalena ci conduce attraverso un viaggio sia reale che fantastico.

Un delizioso albo dal formato quadrato venti per venti, ben cento sessanta pagine in cui nulla è lasciato al caso, le immagini evocative  e il testo si fondono in  quella che diventa pura poesia.

L’altalena rossa svetta sul mare “invitava tutti a sedersi, era un posto dove incontrarsi”, è lì la protagonista di questa storia, che pagina dopo pagina ci guida attraverso i corsi e ricorsi della nostra vita, non è solo infanzia, ma anche crescita, amicizia, perdita. Britta Teckentrup parla così delle stagioni della vita e ci fa riflettere sull’importanza dei gesti, delle piccole cose, noi lettori ci troviamo come di fronte a uno schermo le cui immagini rappresentano i due sedili dell’altalena su cui si avvicendano persone di ogni età, c’è il bambino da solo, ci sono i bambini insieme che giocano, c’è la coppia che deve fare delle scelte, c’è la nuova famiglia, c’è l’anziana signora che rimasta sola osserva il mare, ci sono la mamma e la bambina, c’è Mia con la sua nonna. 

L’altalena è vita, emozione, sull’altalena si è felici, ma anche tristi, a volte un po’ arrabbiati perché si litiga, ma poi si ritorna nuovamente amici. Così in tarda  primavera intorno all’altalena fioriscono denti di leone e margherite, poi arriva la calda estate le cui notti sono ricche di  suoni e profumi, giunge l’autunno dove tutto è cupo e a fatica si intravede il mare, con l’inverno arriva la neve e poi ancora la primavera, ma questa volta dopo due giorni di tempesta l’altalena non è più la stessa, è lì abbandonata, rotta, nessuno più se ne prende cura, passano anni e la vegetazione prende il sopravvento. Finché un giorno Peter e il suo bambino decidono che è tempo di ridare vita a quella altalena che ritornerà a essere bella come un tempo.

“L’altalena è ancora lì. Guarda verso il mare e invita chiunque a sedersi. È un posto dove iniziano le cose”

Sì chiude così questo delicato albo, un inno al sentirsi liberi, liberi di agire, liberi di pensare, liberi di amare.


Fortuna Nappi